Oleg Volk
Moderator Emeritus
Translation of the Italian article (by the author)
Original at http://olegvolk.livejournal.com/61923.html
Politically incorrect
Anyone aware of guns and internet navigation, probably has already seen at least one of the works of the aggressive American photographer Oleg Volk and his reaction would have been surprise and admiration to the author. These works are posters that, through meaningful photos and effective, immediate slogans, expose strong pro-gun messages; particular attention is reserved to the right of self defence and to the preservation of the 2nd Amendment of the U.S. Constitution (RKBA).
Very common subjects in the valuable Volk’s photos are women, the weak sex, that thank to a conscious use of firearms redeem their physical inferiorities against a hypothetic aggressor, showing to the beholder how firearms diffusion among lawful citizens would reduce violent crimes. The handgun carried by a woman is so considered the only true deterrent against sexual violence, crimes that unfortunately are always on our newspaper pages.
Another important item of the photographer pro-gun battle is home defence, especially of sons, much more precious goods than money, which are protected by armed guards. Without instilling distrust in police, messages in the posters invite the reader to consider how it’s possible to blindly submit to others the protection of his own beloved, suggesting him to arm himself to allow a personal reaction to a possible attack.
Surely the many posters about the relationship between disarm of citizen and their following loss of freedom drive to meditate; from evident examples about lagers and gulags to the slavery of afro-americans kept disarmed by their owners; roots of gun-control in U.S.A. are sustained by racism.
Volk also attacks, with keenness and determination, those institution that want to reduce firearms diffusion and mainly those that have anti-gun policy; he also tries to involve every category of shooters in the defence of the R.K.B.A., knowing that who dictates limitations on guns really means to ban all of them.
All of that, with interesting lyrics, is shown on the www.a-human-right.com website that could seem a bit “extremist”, politically incorrect and surely far from the Italian actuality; in fact reading some slogans you could think that Mr. Volk is sort of a paranoid, maybe even a violent man.
To have a clearer idea it’s necessary to learn something about the author, from his own words you’ll know that the photographer was born in USSR where he lived for 15 years, there he saw what it means to live in a liberticidal dictatorship and remembering that he works to protect American citizens’ rights. He also declares to be against violence, but he isn’t prone to accept impositions without reacting with strength, if necessary, and he wants this capability, and the means to act it, to be available to all.
Volk’s messages, even if often about U.S.A. actuality, have universal value and they cause a bitter smile thinking how much they’re far from Italian citizen’s situation, almost obliged by law to suffer passively and always less free to arm himself. Emblematical, and for us Italians almost “funny”, are posters about the preservation of the possibility to own suppressors; a completely unachievable idea in Italy.
So Italians, and Europeans, should meditate seeing that in a substantially favoured Country such as U.S.A. the eagerness to express about freedom is so strong, while here inaction and self-pity prevail.
Politicamente scorretto
Chiunque abbia un po’ di familiarità con le armi e con la navigazione nella rete Internet, molto probabilmente avrà già visto almeno una delle opere dell’intraprendente fotografo americano Oleg Volk e la reazione sarà stata di sorpresa, nonché di una certa ammirazione nei confronti dell’autore. Le opere in questione infatti sono posters che, attraverso fotografie cariche di significato e slogan efficaci ed assai diretti, espongono forti messaggi pro-armi; particolare attenzione è riservata al diritto alla difesa personale ed alla salvaguardia del 2° Emendamento della Costituzione americana (“Il diritto del popolo di tenere e portare armi non dovrà essere negato”).
Soggetti molto comuni nelle pregevoli foto di Volk sono le donne, il sesso debole, che grazie ad un utilizzo consapevole delle armi riscattano l’inferiorità fisica rispetto ad un ipotetico assalitore, mostrando all’osservatore come la diffusione d’armi da fuoco tra i cittadini onesti ridurrebbe l’incidenza di crimini violenti. La pistola portata da una donna viene così considerata l’unico vero sistema di prevenzione delle violenze sessuali, crimini che purtroppo sono costantemente presenti anche sulle nostre pagine di cronaca.
Altro punto chiave della battaglia pro-gun del fotografo è la difesa dell’abitazione e soprattutto dei figli, un bene molto più prezioso dei soldi, per proteggere i quali le guardie sono armate. Senza instillare sfiducia nei confronti del forze di polizia i messaggi contenuti nelle foto portano a considerare come sia possibile affidare ciecamente ad altri la protezione dei propri cari, consigliando di armarsi in modo da poter reagire personalmente ad un eventuale attacco.
Spingono certamente a riflettere i numerosi posters riguardanti la relazione tra il disarmo dei cittadini e la loro conseguente perdita di libertà, dai lampanti esempi sulle vittime dei campi di sterminio, nazisti e comunisti, alla schiavitù degli afroamericani mantenuti privi d’armi dai loro padroni; si apprende così che le radici del controllo sulle armi (gun-control) negli U.S.A. si fondano su basi di discriminazione razziale.
Volk attacca anche, sia con sottigliezza che con determinazione, le istituzioni che si esprimono negativamente sulla diffusione delle armi e soprattutto chiunque persegua politiche anti-armi; d’altro canto cerca di coinvolgere tutte le categorie di tiratori nella difesa del diritto al possesso d’armi da fuoco, conscio che chi v’impone limitazioni è spesso intenzionato a vietarle in toto.
Tutto ciò, corredato da testi, è visibile sul sito www.a-human-right.com (un diritto umano) che al visitatore italiano potrà apparire a prima vista un po’ “estremista”, politicamente scorretto e sicuramente lontano dalla nostra realtà; in effetti vedendo alcuni slogan si può aver la sensazione che Oleg Volk sia un personaggio paranoico, forse addirittura votato alla violenza.
Per farsi un’idea più chiara è necessario informarsi sull’autore, per mezzo delle sue stesse parole si apprenderà allora che il giovane fotografo è nato in Unione Sovietica e vi ha vissuto per 15 anni, lì ha visto che cosa significa vivere in una dittatura liberticida e memore di quest’esperienza si prodiga affinché i diritti dei cittadini statunitensi siano rispettati. Egli dichiara inoltre di essere assolutamente contro la violenza, ma non per questo disposto ad accettare soprusi senza reagire con la forza, se necessario, e desidera fermamente che questa possibilità e i mezzi metterla in pratica vengano concessi a tutti.
I messaggi espressi da Volk, anche se spesso inerenti alla realtà statunitense, hanno chiaramente valore universale e suscitano un sorriso amaro al pensiero di quanto distanti siano dalla condizione del cittadino italiano, quasi costretto dalla legge a subire passivamente e progressivamente sempre meno libero di armarsi. Emblematici, e per noi quasi divertenti, sono i posters volti a preservare la possibilità di dotare fucili e pistole di silenziatori, per salvaguardare l’udito del tiratore; inutile sottolineare quanto in Italia ciò appaia irrealizzabile.
Dovrebbe perciò far riflettere l’idea che in un paese sostanzialmente privilegiato come gli U.S.A. sia così forte il desiderio di esprimersi a tutela delle proprie libertà mentre in Italia, come in gran parte dell’Europa, prevalgano l’inattività ed il vittimismo.
Giorgio Olivieri, socio AUDA
http://www.a-human-right.com/support.jpg
Quanto vale la vita?
Per legge, la guardia di una banca può portare un'arma
per proteggere il denaro del suo datore di lavoro.
Ma un genitore qui non può essere legalmente armato
per proteggere i suoi figli fuori di casa.
Salva delle vite: appoggia la riforma del porto occulto!
http://www.a-human-right.com/free_men.jpg
Gli uomini liberi possiedono armi
Gli schiavi no.
http://www.a-human-right.com/m99/SNIPER.JPG
Nessuno vieterebbe il tuo fucile da caccia.
Lo chiameranno fucile da cecchino, prima.
http://www.olegvolk.net/gallery/albums/arms/tooloudtooquiet.jpg
Per i bigotti anti-armi, ogni arma è cattiva
Questa è troppo grossa e rumorosa
Quella troppo silenziosa e piccola
Intendono privarti di tutte
http://www.a-human-right.com/ccw/disarm.jpg
Disarma questa donna!
Mantieni le nostre strade più sicure per gli stupratori
http://www.a-human-right.com/crossedarms.jpg
Oleg Volk in posa
Original at http://olegvolk.livejournal.com/61923.html
Politically incorrect
Anyone aware of guns and internet navigation, probably has already seen at least one of the works of the aggressive American photographer Oleg Volk and his reaction would have been surprise and admiration to the author. These works are posters that, through meaningful photos and effective, immediate slogans, expose strong pro-gun messages; particular attention is reserved to the right of self defence and to the preservation of the 2nd Amendment of the U.S. Constitution (RKBA).
Very common subjects in the valuable Volk’s photos are women, the weak sex, that thank to a conscious use of firearms redeem their physical inferiorities against a hypothetic aggressor, showing to the beholder how firearms diffusion among lawful citizens would reduce violent crimes. The handgun carried by a woman is so considered the only true deterrent against sexual violence, crimes that unfortunately are always on our newspaper pages.
Another important item of the photographer pro-gun battle is home defence, especially of sons, much more precious goods than money, which are protected by armed guards. Without instilling distrust in police, messages in the posters invite the reader to consider how it’s possible to blindly submit to others the protection of his own beloved, suggesting him to arm himself to allow a personal reaction to a possible attack.
Surely the many posters about the relationship between disarm of citizen and their following loss of freedom drive to meditate; from evident examples about lagers and gulags to the slavery of afro-americans kept disarmed by their owners; roots of gun-control in U.S.A. are sustained by racism.
Volk also attacks, with keenness and determination, those institution that want to reduce firearms diffusion and mainly those that have anti-gun policy; he also tries to involve every category of shooters in the defence of the R.K.B.A., knowing that who dictates limitations on guns really means to ban all of them.
All of that, with interesting lyrics, is shown on the www.a-human-right.com website that could seem a bit “extremist”, politically incorrect and surely far from the Italian actuality; in fact reading some slogans you could think that Mr. Volk is sort of a paranoid, maybe even a violent man.
To have a clearer idea it’s necessary to learn something about the author, from his own words you’ll know that the photographer was born in USSR where he lived for 15 years, there he saw what it means to live in a liberticidal dictatorship and remembering that he works to protect American citizens’ rights. He also declares to be against violence, but he isn’t prone to accept impositions without reacting with strength, if necessary, and he wants this capability, and the means to act it, to be available to all.
Volk’s messages, even if often about U.S.A. actuality, have universal value and they cause a bitter smile thinking how much they’re far from Italian citizen’s situation, almost obliged by law to suffer passively and always less free to arm himself. Emblematical, and for us Italians almost “funny”, are posters about the preservation of the possibility to own suppressors; a completely unachievable idea in Italy.
So Italians, and Europeans, should meditate seeing that in a substantially favoured Country such as U.S.A. the eagerness to express about freedom is so strong, while here inaction and self-pity prevail.
Politicamente scorretto
Chiunque abbia un po’ di familiarità con le armi e con la navigazione nella rete Internet, molto probabilmente avrà già visto almeno una delle opere dell’intraprendente fotografo americano Oleg Volk e la reazione sarà stata di sorpresa, nonché di una certa ammirazione nei confronti dell’autore. Le opere in questione infatti sono posters che, attraverso fotografie cariche di significato e slogan efficaci ed assai diretti, espongono forti messaggi pro-armi; particolare attenzione è riservata al diritto alla difesa personale ed alla salvaguardia del 2° Emendamento della Costituzione americana (“Il diritto del popolo di tenere e portare armi non dovrà essere negato”).
Soggetti molto comuni nelle pregevoli foto di Volk sono le donne, il sesso debole, che grazie ad un utilizzo consapevole delle armi riscattano l’inferiorità fisica rispetto ad un ipotetico assalitore, mostrando all’osservatore come la diffusione d’armi da fuoco tra i cittadini onesti ridurrebbe l’incidenza di crimini violenti. La pistola portata da una donna viene così considerata l’unico vero sistema di prevenzione delle violenze sessuali, crimini che purtroppo sono costantemente presenti anche sulle nostre pagine di cronaca.
Altro punto chiave della battaglia pro-gun del fotografo è la difesa dell’abitazione e soprattutto dei figli, un bene molto più prezioso dei soldi, per proteggere i quali le guardie sono armate. Senza instillare sfiducia nei confronti del forze di polizia i messaggi contenuti nelle foto portano a considerare come sia possibile affidare ciecamente ad altri la protezione dei propri cari, consigliando di armarsi in modo da poter reagire personalmente ad un eventuale attacco.
Spingono certamente a riflettere i numerosi posters riguardanti la relazione tra il disarmo dei cittadini e la loro conseguente perdita di libertà, dai lampanti esempi sulle vittime dei campi di sterminio, nazisti e comunisti, alla schiavitù degli afroamericani mantenuti privi d’armi dai loro padroni; si apprende così che le radici del controllo sulle armi (gun-control) negli U.S.A. si fondano su basi di discriminazione razziale.
Volk attacca anche, sia con sottigliezza che con determinazione, le istituzioni che si esprimono negativamente sulla diffusione delle armi e soprattutto chiunque persegua politiche anti-armi; d’altro canto cerca di coinvolgere tutte le categorie di tiratori nella difesa del diritto al possesso d’armi da fuoco, conscio che chi v’impone limitazioni è spesso intenzionato a vietarle in toto.
Tutto ciò, corredato da testi, è visibile sul sito www.a-human-right.com (un diritto umano) che al visitatore italiano potrà apparire a prima vista un po’ “estremista”, politicamente scorretto e sicuramente lontano dalla nostra realtà; in effetti vedendo alcuni slogan si può aver la sensazione che Oleg Volk sia un personaggio paranoico, forse addirittura votato alla violenza.
Per farsi un’idea più chiara è necessario informarsi sull’autore, per mezzo delle sue stesse parole si apprenderà allora che il giovane fotografo è nato in Unione Sovietica e vi ha vissuto per 15 anni, lì ha visto che cosa significa vivere in una dittatura liberticida e memore di quest’esperienza si prodiga affinché i diritti dei cittadini statunitensi siano rispettati. Egli dichiara inoltre di essere assolutamente contro la violenza, ma non per questo disposto ad accettare soprusi senza reagire con la forza, se necessario, e desidera fermamente che questa possibilità e i mezzi metterla in pratica vengano concessi a tutti.
I messaggi espressi da Volk, anche se spesso inerenti alla realtà statunitense, hanno chiaramente valore universale e suscitano un sorriso amaro al pensiero di quanto distanti siano dalla condizione del cittadino italiano, quasi costretto dalla legge a subire passivamente e progressivamente sempre meno libero di armarsi. Emblematici, e per noi quasi divertenti, sono i posters volti a preservare la possibilità di dotare fucili e pistole di silenziatori, per salvaguardare l’udito del tiratore; inutile sottolineare quanto in Italia ciò appaia irrealizzabile.
Dovrebbe perciò far riflettere l’idea che in un paese sostanzialmente privilegiato come gli U.S.A. sia così forte il desiderio di esprimersi a tutela delle proprie libertà mentre in Italia, come in gran parte dell’Europa, prevalgano l’inattività ed il vittimismo.
Giorgio Olivieri, socio AUDA
http://www.a-human-right.com/support.jpg
Quanto vale la vita?
Per legge, la guardia di una banca può portare un'arma
per proteggere il denaro del suo datore di lavoro.
Ma un genitore qui non può essere legalmente armato
per proteggere i suoi figli fuori di casa.
Salva delle vite: appoggia la riforma del porto occulto!
http://www.a-human-right.com/free_men.jpg
Gli uomini liberi possiedono armi
Gli schiavi no.
http://www.a-human-right.com/m99/SNIPER.JPG
Nessuno vieterebbe il tuo fucile da caccia.
Lo chiameranno fucile da cecchino, prima.
http://www.olegvolk.net/gallery/albums/arms/tooloudtooquiet.jpg
Per i bigotti anti-armi, ogni arma è cattiva
Questa è troppo grossa e rumorosa
Quella troppo silenziosa e piccola
Intendono privarti di tutte
http://www.a-human-right.com/ccw/disarm.jpg
Disarma questa donna!
Mantieni le nostre strade più sicure per gli stupratori
http://www.a-human-right.com/crossedarms.jpg
Oleg Volk in posa
